martedì 31 maggio 2011

A Genova uomo pestato da baby-gang, il commento di Buganza


Il responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti : “Ritengo necessaria l’interazione con queste organizzazioni di extracomunitari, al fine di comunicare meglio con questi ragazzi e prevenire i loro disagi”

Genova – Un uomo di 40 anni è stato costretto al ricovero in neurologia all’ospedale Galliera di Genova dopo essere stato brutalmente preso a cinghiate da un gruppo di giovanissimi. L’accusa per i 4 picchiatori assicurati alla giustizia, tutti sudamericani tra i 16 e i 17 anni è di tentato omicidio La vittima, Massimo Amato che passeggiava in compagnia di un amico presso i giardini della stazione di Brignole, zona Sampierdarena, avrebbe avuto come unica colpa l’ essersi trovato all’interno di una rissa e aver preso le difese di due clochard romeni. Ai minorenni fermati viene contestata anche l’appartenenza ad una baby-gang latino-americana, l’aggressione infatti, stando ad una ipotesi di ricostruzione, non sarebbe stata casuale ma contestualizzata in un rito di iniziazione.

“Bisogna fare un po’la tara a questi accadimenti – analizza Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti - considerare anche il sensazionalismo che certi giornali ci propinano ciclicamente, dando enfasi ad emergenze che saltano fuori ogni tanto, forse per estremizzare un po’ i fatti che avvengono quotidianamente. Genova è una città ormai multiculturale, ci sono comunità di extracomunitari piuttosto numerose come quella rumena e quella sudamericana. Proprio all’interno di quest’ultima, nonostante sia composta in maggioranza da persone normali e ben inserite, che lavorano tranquillamente, ci sono delle comitive, specialmente tra i più giovani, che hanno maggiori difficoltà ad integrarsi con gli italiani, e sovente cercano di fare gruppo tra loro. Da qui sono nate le baby-gang – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, un fenomeno che torna sulla cronaca periodicamente, anni fa tra 2 bande fu addirittura siglata una pace pubblica che purtroppo non ha avuto lunga durata. Ritengo sia difficile intervenire, sono fenomeni abbastanza incontrollabili”.

Numerose le azioni violente che hanno interessato il capoluogo ligure nell’ultima settimana. Ad accomunarle la giovanissima età, la provenienza e la modalità di attacco dei picchiatori. Tutto questo ha generato l’allarme ‘guerra tra bande’, l’ostilità tra gruppi di ragazzi extracomunitari, in particolare latino- americani, che traducono in aggressioni, attraverso la forza dell’unione, il loro malessere.

“Bisogna cercare – asserisce Buganza - di collaborare con le associazioni di cittadini stranieri spesso presenti e ben organizzate. Sovente questi giovani si ghettizzano, soffrono il fatto di essere all’interno di comunità chiuse che quando si confrontano possono determinare drammatici eventi. Tanti di loro provengono da realtà disagiate o da famiglie da poco arrivate in Italia, con comprensibili difficoltà di inserimento. Ritengo necessaria - chiosa - l’interazione con queste organizzazioni di extracomunitari, ormai numerose nel centro storico, al fine di comunicare meglio con questi ragazzi e prevenire i loro disagi”.

giovedì 5 maggio 2011

A Genova fioccano multe per chi non differenzia, l’opinione di Buganza



Il responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti : “Ѐ necessario un programma ad hoc e non ricorrere alle sanzioni amministrative nei confronti dei cittadini, che finiscono per diventare soltanto strumentali”


Genova – “Questo è un capitolo imbarazzante per il comune di Genova, perché la percentuale di raccolta differenziata nel capoluogo e nella regione Liguria è una delle più basse di tutto il paese, sebbene esistano delle punte di eccellenza in alcuni piccoli centri. Genova in particolare, su questo aspetto, è veramente indietro perché a mancare è una politica ambientale. Non c’è una strategia e questi provvedimenti, che vanno a colpire i cittadini, non possono che essere considerati come qualcosa di meramente strumentale”.

Interviene con queste parole Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti, sull’impennata di multe a carico dei cittadini genovesi sorpresi a non attuare la raccolta differenziata. Implacabili gli ispettori dell’Amiu, pronti, accanto ai cassonetti, a sanzionare quanti non rispettano le regole. In pochi giorni sono fioccati oltre 200 verbali, più del 20% del totale delle sanzioni emesse nel 2011.

“Genova ora – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - risulta candidata per il bando, indetto dall’Unione Europa, attraverso il quale verranno premiate le città che si distinguono per le buone pratiche riguardo alla tutela ambientale e alla raccolta differenziata. Forse, così facendo, spera di riuscire a dare una sterzata, potendosi poi proporre con numeri migliori. Certamente però non sono le sanzioni amministrative il metodo ottimale per ottenere un cambiamento rapido. I cittadini sovente – prosegue Buganza - , anche ben disposti a fare raccolta differenziata, non sono correttamente informati sulle modalità; in secondo luogo non ci sono gli strumenti adatti, ossia i cassonetti adeguati. Di questi, infatti, ve ne sono veramente pochi e, soprattutto in una città come Genova che ha il centro storico più grande d’Europa, sono difficili da posizionare e faticosamente raggiungibili da tutti i residenti delle zone centrali”.

Non differenziare costa davvero caro, il verbale per i genovesi scoperti a non separare il pattume è di 50 euro, mentre ammonta a 500.000 la cifra che il comune della Lanterna dovrà versare alla regione Liguria per aver diversificato soltanto il 29,5 % dei rifiuti. Troppo poco, rispetto alla percentuale del 45% prevista dalla legge.

“Per raggiungere un obiettivo positivo – asserisce Buganza - , delle buone percentuali, quello che manca è proprio una strategia ambientale perché, soprattutto su questo territorio, è necessario un programma ad hoc e non ricorrere alle sanzioni amministrative nei confronti dei cittadini, che finiscono per diventare soltanto strumentali. Posso prevedere che molte multe andranno a cadere dopo che qualche cittadino farà la sua brava contestazione e il giudice di pace o chi per lui l’accoglierà”.

mercoledì 4 maggio 2011

Mix di droghe fatale per giovane genovese, il commento di Buganza


Il responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti: “C’è un deficit nel processo di sensibilizzazione al problema degli stupefacenti”

Genova, – “Tale situazione è un’emergenza che logora lentamente la società italiana ed è la triste realtà di tutte le regioni del nostro stivale. A mio avviso, esiste un deficit nel processo di sensibilizzazione al problema della droga”.
È con queste parole scandite da tanta amarezza che il responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti, Edoardo Buganza, commenta la triste notizia in merito alla morte del giovane ventenne genovese Aldo Valentini Pallotto, di Zoagli, deceduto i giorni scorsi in una discoteca a Ponsacco. Il mix di ecstasy e oppiacei gli è stato fatale, più fortunati altri tre ragazzi finiti in ospedale per malori, dovuti sempre all’assunzione di alcool e droga.
“Le campagne si limitano a slogan inefficaci e superficiali – prosegue Buganza –, molti prestano la faccia solo per farsi pubblicità e scarseggia l’educazione al problema nelle scuole. Solo i consultori, chi più chi meno, continuano a dare informazioni riguardo ai dannosi effetti della droga.
Delineando una serie di strategie per arginare il problema, l’esponente del partito guidato da Antonello De Pierro conclude: “Essenziale è inoltre la figura dello psicologo nelle varie istituzioni, che aiuta il giovane nel processo di crescita, spesso con risultati ottimali. Anche i controlli nelle discoteche dovrebbero essere ancora più rigidi. Se non si attuano questi provvedimenti credo che questo male non potrà mai essere debellato o perlomeno ridotto”.

martedì 22 febbraio 2011

A Genova tanti bimbi senza posto all’asilo, Buganza allarmato


Il responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti :“ La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”


Genova – Numerosi bambini genovesi dai 3 ai 6 anni, rischiano di non trovare accoglienza nella scuole materne cittadine. Le graduatorie uscite in questi giorni evidenziano le gravi difficoltà delle famiglie nel reperire un posto per i loro piccoli nelle scuole dell’infanzia pubbliche, le diecimila richieste appaiano impossibili da soddisfare, i posti disponibili infatti sono molti meno. “Riscontro anche personalmente come le famiglie siano in difficoltà. – interviene Edoardo Buganza, responsabile per Genova dell’Italia dei diritti - . In tutte le coppie oggi anche a causa della crisi economica lavorano entrambi i genitori c’è quindi un forte bisogno di lasciare i piccoli negli asili nido che diventano socialmente sempre più importanti. La situazione è preoccupante soprattutto a causa dei tagli effettuati dal Governo che è intervenuto indistintamente, e questo ne è l’esempio, anche sulle necessità e sui bisogni primari delle famiglie”.

Mamme e papà sono pronti a dare battaglia e per ora, l’unico conforto che arriva dalle amministrazioni locali è la possibilità che i piccoli rimasti fuori lista vengano dirottati in altre scuole. Soluzione certamente di poco aiuto nello svolgersi della quotidianità familiare.

“La Liguria e Genova – analizza Buganza - sono luoghi con un basso livello di natalità ed è preoccupante che in territori con così pochi bambini non ci sia una grossa accoglienza, significa che le scuole materne sono davvero poche. Ritengo necessario – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - investire nella costruzione di nuove realtà scolastiche oppure come accade all’estero cercare di costruire delle strutture all’interno delle aziende per favorire i genitori che vi sono occupati. Le colpe – conclude - sono da spartire a livello governativo a causa dei tagli indiscriminati e a livello locale perché non vengono incentivate le costruzioni di nuovi asili che risultano fondamentali per i cittadini”.

lunedì 27 settembre 2010

A Genova asilo chiude per tagli ai fondi, interviene Buganza

Il responsabile cittadino dell’Italia dei Diritti: “La Regione deve creare una rete di assistenza scolastica più adeguata, poiché anche le strutture che ospitano meno alunni hanno il diritto a usufruire degli stessi benefici delle altre scuole”



Genova- Una scuola materna statale è stata chiusa a Genova a causa dei tagli applicati dalla Regione ai fondi necessari. Sono così rimasti privi del servizio educativo circa quindici bambini, che per giunta non hanno potuto iscriversi ad altre scuole perché la notizia della chiusura è stata data pochi giorni dopo il blocco delle iscrizioni. A commentare la vicenda a dir poco tragicomica è Edoardo Buganza, responsabile per il Comune di Genova dell’Italia dei Diritti: “Non so se la decisione di chiudere la scuola sia dovuta a un segno di protesta per richiamare l’attenzione delle istituzioni affinché prestino più attenzione per le prestazioni scolastiche. Va salvaguardato il diritto allo studio sempre e comunque, al di là delle questioni economiche. La Regione deve creare una rete di assistenza scolastica – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, poiché anche le strutture che ospitano meno alunni hanno il diritto a usufruire degli stessi benefici delle altre scuole”.

lunedì 12 aprile 2010

Scontri ultras a Genova, l’analisi della Silipigni

La responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti:“Lo stadio non deve diventare un luogo dove sfogarsi”

Genova –“Per poter ridurre la frequenza e la violenza di questi fenomeni ci vorrebbe un’attenzione maggiore nella fase di prevenzione”. E’ questo il commento della responsabile per Genova dell’Italia dei Diritti, Antonella Silipigni, alla notizia degli scontri tra ultras del Genoa e della Sampdoria accaduti prima del derby della Lanterna, ieri sera. Scontri che hanno causato il ferimento di quattro agenti delle forze dell’ordine presenti all’esterno dello stadio Luigi Ferraris per il servizio d’ordine. “Naturalmente anche il fatto che l’educazione allo sport è ben lontana dai parametri europei influisce sul fatto che tali episodi di violenza delinquenziale sono all’ordine del giorno quando ci sono partite di campionato o di coppa. Gli scontri tra gli ultras di opposte squadre di calcio - continua poi la Silipigni – sono interpretabili anche come sintomi di una società che vuole urlare la sua rabbia. Ma bisogna arginarli assolutamente”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”Spero che la situazione negli stadi italiani migliori il prima possibile e che tali incidenti siano sempre meno frequenti e sempre meno violenti. Il modello inglese dovrebbe essere preso come punto di riferimento per il percorso da intraprendere verso la pacificazione delle tifoserie. Il calcio non deve essere più un pretesto per sfogare istinti repressi e insoddisfazioni”.

mercoledì 31 marzo 2010

Maxi risarcimento a Genova per vittima bullismo, il commento della Silipigni


La responsabile genovese dell’Italia dei Diritti: “L’istituzione che chiamerei in causa per prima è la scuola, che non deve essere preposta soltanto all’educazione”

Genova - “Ritengo che la scuola non debba occuparsi soltanto di istruzione, ma abbia il preciso dovere di accompagnare i giovani a un livello di maturità consapevole”. Queste le parole di Antonella Silipigni, responsabile per la città di Genova dell’Italia dei Diritti, in merito alla sentenza emessa dal Tribunale Civile Del capoluogo ligure che ha riconosciuto a un giovane picchiato dai suoi compagni di classe durante l’intervallo un risarcimento pari a 50.756 euro. La vicenda è avvenuta il 7 aprile del 2001 e il ragazzo, a seguito alla violenza subita, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per rimuovere l’ematoma a seguito delle violenze.

“La responsabilità di questi avvenimenti è in primis dell’istituto e dell’intera classe docente - ha poi aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che probabilmente non sono intervenuti intervenuta con la giusta determinazione nel bloccare questa aggressione. Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e punisca con severità chi si è macchiato di questo atto inconsulto. Mi piacerebbe poi che la riforma della scuola fosse reale e non un pretesto per tagliare risorse e personale da un comparto così cruciale”.